L’Africa attira a sé ogni anno migliaia di viaggiatori che non riescono a dire “no” al suo inconfondibile richiamo. Un richiamo che risuona dei versi delle centinaia di specie animali che abitano il continente. Un richiamo che non puoi ignorare e a cui devi necessariamente rispondere.
Perché l’Africa è l’unico luogo della Terra dove i documentari che per anni hai visto in televisione possono diventare realtà, lasciando nel cuore la dolce sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto. Per sentirsi temporaneamente un reporter che osserva nel mirino della macchina fotografica le sue “prede”, dando finalmente una forma agli animali che – fino ad allora – ti sei sempre e solo immaginato.
Ecco perché un safari in Africa è un’esperienza di viaggio – e di vita – a cui non puoi rinunciare: l’emozione di imbattersi in un branco di elefanti nel Serengeti in Tanzania, il batticuore scaturito dalla vicinanza di un leopardo in Botswana, l’eccitazione di avvistare un leone tra gli arbusti del Kruger in Sudafrica sono sensazioni che è impossibile spiegare a parole. Bisogna viverle per raccontarle.
Safari in Africa: alcune precisazioni
Quando l’idea di prendere parte a un safari in Africa si affaccia per la prima volta, sono molti i dubbi che attanagliano la mente dei viaggiatori: safari in autonomia o organizzato? Parchi nazionali o riserve private? Game drive in diurna o in notturna?
La risposta più immediata sarebbe di sperimentare le diverse alternative, in modo da affermare con certezza che cosa sia più adatto ai propri gusti, ma non sempre il tempo a disposizione è sufficiente.
Ecco allora alcune precisazioni per poter scegliere quale sia la soluzione migliore per soddisfare le proprie aspettative.
- SELF DRIVE vs. TOUR ORGANIZZATO: sali a bordo della tua vettura e guida alla ricerca degli animali in completa autonomia, per ammirare una famiglia di giraffe attraversarti la strada e accostare sul ciglio per osservare le zebre abbeverarsi. In alcuni parchi africani le strade sono talmente sicure che è possibile approcciarsi alla natura in maniera indipendente, senza l’ausilio di guide. Ovviamente è necessario attenersi ad alcune regole fondamentali, come non superare i limiti di velocità e non scendere dalla macchina se non nelle aree designate, ma l’esperienza di scoprire la fauna seguendo i propri ritmi e le proprie sensazioni non ha eguali. Di contro, un safari con tour organizzato permette di beneficiare delle competenze di una guida esperta, che – anche a occhio nudo – sa scovare le specie che si mimetizzano con il paesaggio circostante, non visibili ai più.
- PARCO NAZIONALE vs. RISERVA PRIVATA: la principale differenza risiede nelle dimensioni delle due alternative e – di conseguenza – nella probabilità di avvistare gli animali. Se l’area occupata dai parchi nazionali misura a volte anche centinaia di chilometri e dunque la fauna si disperde maggiormente, nelle riserve private le dimensioni sono più contenute ed è più semplice vivere incontri ravvicinati con gli animali. Tuttavia il numero di animali che vive all’interno delle riserve è inferiore ed è quindi più difficile imbattersi in grossi branchi di mammiferi e il tutto potrebbe risultare più artificiale. Un’altra differenza risiede nel livello delle strutture presenti: nei parchi nazionali gli alloggi sono abbastanza basici, mentre nelle riserve private le strutture sono di livello medio-alto. Inoltre nei parchi nazionali possono accedere anche i visitatori giornalieri e il rischio è che, a volte, possa esserci “traffico” intorno alle specie avvistate. Nelle riserve private, invece, sono ammessi solamente coloro che pernottano e il numero dei visitatori è notevolmente ridotto.
- GAME DRIVE IN DIURNA vs. IN NOTTURNA: la risposta è: entrambi. Se di giorno è più semplice avvistare gli animali e fotografarli illuminati dalla luce naturale, il safari notturno offre l’opportunità di osservare anche le specie più timide che con il sole non si mostrano. Il buio e il silenzio, inoltre, rendono tutto ancora più suggestivo e costringono ad affinare i sensi per capire dove si trovano gli animali.
I consigli da seguire per un safari
Ci siamo quasi. Il sogno di prendere parte a un safari in Africa sta prendendo sempre più forma, ma mancano ancora gli ultimi consigli per poter vivere al meglio questa esperienza.
Il primo elemento da prendere in considerazione è il periodo di partenza: normalmente è più facile avvistare gli animali durante la stagione secca – quando si verifica il fenomeno delle grandi migrazioni – che corrisponde ai nostri mesi invernali in Kenya, Tanzania e Uganda e a quelli estivi in Sudafrica, Botswana e Namibia.
Gli orari migliori in cui avventurarsi nella savana sono certamente l’alba e il tramonto: durante il giorno fa molto caldo e gli animali tendono a riposarsi, per poi apparire nelle ore più fresche.
Ma la domanda più comune è: che cosa è necessario portare per un safari in Africa? Sicuramente abbigliamento comodo, un binocolo, una macchina fotografica con un buon obiettivo, ma soprattutto tanta pazienza e rispetto della natura circostante. Un safari in Africa è decisamente distante da un giro allo zoo e non esiste la certezza matematica di riuscire ad avvistare tutti i Big Five, ma quando sentirai provenire dalla selva l’inconfondibile ruggito del leone, il tuo cuore avrà un sussulto e l’emozione sarà difficile da trattenere.
Questo è il regalo più grande: osservare gli animali nel loro habitat naturale, dove – per un momento – sentirti tu ospite a casa loro.
Buona Africa.